lunedì 18 novembre 2013

Enader niù blog (ne avevamo davvero bisogno?).

Sì, lo so che la mia pronuncia inglese è fantastica, ma non è questo quello di cui voglio parlarvi.
Innanzitutto, cominciamo con le scuse, così evitate di lapidarmi: non sono capace di fare blog. Mettiamola così: io sto ai blog come un triceratopo sta alla Play Station. E ho detto tutto.
Bene, andiamo avanti.
Perché un ennesimo blog sulla scrittura e i libri?
Risposta: non ne ho la più pallida idea.
Aspettate, un motivo ci sarebbe. Forse più d'uno, in verità. In primis, sono una lettrice onnivora. Quindi leggere libri e parlarne mi piace da matti.
Anche sparlarne, in verità.
In seconda battuta, appartengo alla categoria degli scrittori.
In questo caso, mi sa che mi tocca presentarmi: mi chiamo Esther Pellegrini, ho ... anni e ho scritto un romanzo di genere chick-lit che si chiama "Tute, tacchi e amore" http://www.arpeggiolibero.it/libri/narrativa/tute-tacchi-e-amore-s
Perché ho scritto un romanzo? Perché avevo voglia di sognare e di ridere. Volevo leggere una storia che ancora non c'era. Di solito scrivo per questo. Perché quando si legge di tutto e quando quel "tutto" non mi basta più, scatta la voglia di creare un qualcosa che sia solo mio.
Un qualcosa in cui i personaggi siano modellati a mio piacimento e dove permetto loro di fare quel cacchio che vogliono.
Perché per me la scrittura è capricciosa, come la dea bendata. Non capisco quegli scrittori che dicono: "Io scrivo una trama, con inizio e fine e poi la seguo pedissequamente".
A parte che la parola "pedissequamente" mi pare una malattia rara e che mi fa paura, ma la fantasia dove la mettiamo?
Per me scrivere significa aprire una finestra sulla fantasia e addentrarmi in un mondo magico, fatto di mille avventure.
Infatti quando scrivo non so mai che cosa accadrà ai miei personaggi. Cioè, oggi potrebbero essere vivi, domani potrebbero diventarmi antipatici e li farei morire sotto un tir, ad esempio.
Tutto dipende da quello che mi passa per il cervello nel momento in cui scrivo. L'umore, per chi scrive, è importantissimo.
Ecco, allora, le varie tipologie di scrittori (secondo me):


  • IL DEPRESSO: questa categoria veste spesso di nero, non mangia carne perché ama gli animali, rompe le palle su qualsiasi cosa e produce perlopiù polpettoni strappalacrime, dove muore chiunque, persino il ragazzo del bar, che passava di lì per caso.
  • IL GAUDENTE: è quello che ha una coscia di pollo in bocca già alle otto del mattino e, con le dita unte, pesta sulla tastiera storie in cui il protagonista è immancabilmente un figaccione da paura, tromba come un riccio e ha la fila di gnocche dietro di lui. Di solito è l'autore stesso, sotto mentite spoglie. Meglio evitare di conoscerlo dal vivo, poiché di solito fantasia e realtà non equivalgono e rischiereste di conoscere solo l'ennesimo sfigato.
  • IL PROLIFICO: è quello che soffre di logorrea della scrittura. Produce non libri, ma aggiornamenti della Treccani in 48 volumi. Di solito scrive come un invasato, somiglia un pazzo, si strappa ciuffi di capelli quando è eccitato (al punto da esser scansato per sospetta tigna) e un suo libro non ha mai meno di 800 pagine.
  • IL MEDITABONDO: questo non lo reggo proprio, perché medita su tutto, persino su un punto e virgola. Di solito non produce molto perché comincia un romanzo a 20 anni e lo termina (forse) verso i 90. Evitatelo, pena il suicidio dei vostri neuroni.
  • IL POETA DE NOANTRI: è quello che scrive poesiole dove metrica e rima vanno bellamente a farsi fottere. Di solito è prolifico peggio della gramigna, ammorbando chiunque con le sue "meravigliose produzioni" in cui amore fa rima con cuore e "se non ci sei tu non vivo più". Alcuni Editori sbronzi o con problemi intestinali li pubblicano solo perché hanno tratto giovamento per la loro stipsi perenne.
  • IL GENIO INCOMPRESO: è quello che va contro tutti. Persino contro se stesso (ma per errore). Di solito è bilioso, invidioso e malevolo verso chi ce la fa. Non si chiede mai perché non venga pubblicato, perché nessuno ha il coraggio di dirgli che: "Se io avrei andato" non è il migliore dei modi per cominciare l'incipit di un romanzo (o di qualcosa che possa esser definito tale). E nessuno ha il coraggio di dirgli che "la grammatica non è un'opinione".
  • IL CIUCCIO E PRESUNTUOSO: è colui, o colei, che si ritiene scrittore solo perché il giornale locale ha pubblicato un trafiletto (per altro letto solo dall'interessato) su un suo libello. Spesso questa categoria guarda dall'alto in basso gli esordienti e gli scrittori affermati, dicendo: "A me Tizio mi fa un baffo, perché io scrivo meglio di lui!". Sì, ma com'è che Tizio ha venduto due milioni di copie e tu devi minacciare amici e parenti per far acquistare la tua ciofeca? Te lo sei chiesto?
  • IL PIAGNONE: è quello che si piange addosso e che ammorba chiunque abbia la sventura di ascoltarlo. Di solito è l'autore che tutti gli Editori vorrebbero sterminare seduta stante, poiché manda mail a chiunque (anche a Editori che pubblicano libri sugli animali), esordendo così: "Tanto lo so che non leggerete mai il mio romanzo...". Una randellata nei coglioni farebbe meno male di una mail così, mandata a ripetizione, quotidianamente, a TUTTI gli Editori italiani.
  • IL DIO DELLA SCRITTURA: è l'esatto opposto del piagnone. Le sue mail partono tutte con "state per leggere il romanzo del secolo!". Di quale secolo, però, non è dato sapere. Costui (o costei) è di solito arrogante, supponente e spesso salta tutte le fasi di approccio con un Editore, credendo di dover pubblicare subito il suo meraviglioso romanzo. Soffre di eccessiva e immotivata stima in se stesso e nella sua scrittura. Di solito viene deriso dagli Editori e cestinato con un click.
  • IL CULONE: è quello che ha avuto un culo sfacciato nel vendere un buon numero di copie alla prima uscita. Non si sa come, né perché, visto che poi, leggendo il libro in questione, ci accorgiamo che quei 15 euro sarebbero stati spesi meglio per un kebab e una birra. Il soggetto in questione vive di rendita sul primo libro, per poi produrre un'altra schifezza. Da evitare come la peste.
  • IL SACCENTE: scansatelo, i vostri neuroni vi ringrazieranno. Perché è quello che crede di sapere tutto di tutto e millanta di poter scrivere di tutto, salvo poi fare delle figure barbine. Il risultato sarà un minestrone di stili e nozioni, in cui potreste facilmente trovare Artù alla corte del Re Sole e uno Spitfire in volo che bombarda una legione romana ai tempi di Giulio Cesare.
  • IL MEDIOCRE: e qui entriamo, a pieno titolo, nel milione di autori che impazzano, ahimè, in moltissime librerie di tutto il mondo. Il mediocre è quello che, anche a spremerlo come un limone, ne cavi fuori una roba tristissima, insulsa e che si dimentica facilmente. Di solito ha idee banali ed una fantasia grigia. Fa tutt'altro nella vita (per nostra fortuna) e, se pubblica è un mistero come ciò sia accaduto. Per fortuna, non tutti i mediocri vengono pubblicati.
  • IL SESSUOMANE: non esiste come parola? Poco importa. Il sessuomane è quello che, anche dove non ci azzecca, gli piazza una bella scena di sesso. Scrive di protagonisti disturbati (e che ci disturbano con le loro ignobili performance), che da pagina 1 a pagina 300 non fanno altro che entrare e uscire da un letto. Ma questi non lavorano mai?, mi viene da chiedermi. Di solito finiscono alcolizzati e pazzi, tipo Buk, che di nome fa Charles. Ma lui è tutta un'altra storia.
  • GLI SCONCLUSIONATI: quelli che partono con un verbo al passato e, non si sa come, finiscono a parlare al presente. Tutto questo nella stessa frase. Se non erro basta un solo verbo, ma vaglielo a spiegare. Di solito non solo sono sconclusionati con i tempi verbali, ma anche con le trame, che hanno le gambe di ricotta e, quando arrivi alla fine, ti chiedi perché cazzo hai sprecato tempo e denaro per leggere una simile immondizia.
  • I PERMALOSI: sono quelli che, se pure hanno scritto una stronzata, guai a dirglielo! Si offendono a morte e non vi guardano più in faccia per qualcosa tipo mille anni. Poco male, perché se il libro è una schifezza, camperete meglio senza questi soggetti attorno.
  • I PERFETTINI: sono quelli che estenuano con continue modifiche all'immodificabile. Arrivano a scrivere una frase anche cento volte, finché decidono che suona male e tornano a quella iniziale. Questa categoria è snervante, perché a furia di modificare e rendere perfetta una storia, alla fine la snaturano, appiattendola.
  • I SOPORIFERI: sono meglio dei mediocri, perché se si soffre d'insonnia, basta leggere una o due pagine dei loro scritti per dormire sonni tranquilli. Otto ore di puro godimento garantito.
  • I SIMPATICI A OGNI COSTO: sono quelli che pensano di scrivere cose divertenti. Di solito ridono solo loro, mentre la platea gioca con cellulari, guarda soffitti, sbadiglia e si chiede perché sia lì, in quel preciso momento. Poi ricordano che quello è il loro capo e tutto acquista un senso perverso.
  • IL FANTASY DIPENDENTE: è quello che inventa mondi improbabili, con protagonisti via via più simili ad altri già esistenti e scritti da altri. Ciò che fanno si chiama "plagio". E basta.
  • IL PLAGIATORE: si riallaccia alla categoria succitata. Questo immondo soggetto non plagia solo il fantasy, ma qualunque cosa legga. Se gli piace, la riscrive (male) e si indigna se qualcuno osa obiettare che somiglia tanto al romanzo di X, persino nel titolo. Vagli a spiegare che, se proprio vuole plagiare un romanzo, sarebbe meglio farlo quando l'autore è abbastanza morto da non insorgere dalla tomba e picchiarlo di santa ragione sfilandosi un femore. Inoltre, sarebbe buona cosa accertarsi che nessun parente del caro estinto sia ancora in vita. Se decide di riscrivere il De Bello Gallico va sul sicuro (tanto per fare un esempio). 


Per ora mi fermo. Ma se dovessero esserci altre categorie, siete pregati di farmi un fischio.
Adesso giro la domanda a voi: che scrittori siete? Quali sono i vostri sogni? Cosa fate per realizzarli?
Attendendo vostre risposte, vi saluto: la pasta al forno mi attende

7 commenti:

  1. Se si hanno problemi nel commentare, mi è stato suggerito di cambiare browser. Infatti con Explorer il commento esce, con Chrome manco per il ca... ehm...

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    1. Grazie per avermi detto che odi Internet Explorer, ma intanto il tuo commento è uscito XD

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    1. Be' l'onnipotente è un misto fra altre mila categorie imprecisate (mo non me le ricordo tutte), di cui parlavo nel post XD

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  3. Cambia font! Ti prego! ;-)
    E' molto poco leggibile.

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    1. Buongiorno amico anonimo! Sì, hai ragione, il problema è che non mi ricordo come si fa! Ci provo e vediamo che succede :D

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